Antica Stampa Popolare Devozionale, San Biagio, Malattie Della Gola, Lito Altavilla
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S. BIAGIO V.
Interessante antica edizione,
bella raffigurazione di un atto miracoloso del Santo, ben noto per le sue virtù taumaturgiche nella guarigione delle malattie della gola,
nella presente scena rappresentato mentre tocca la gola di una devota, per sanarla;
misura circa cm. 19x13 (l'intero foglio, compresi i margini bianchi diseguali); incisione originale xilografica o litografica, impressa dal Lit. F. Altavilla (Napoli); databile presumibilmente alla seconda metà dell'800.
DI INTERESSE ARTISTICO, DEVOZIONALE, STORICO-LOCALE NAPOLETANO, COLLEZIONISTICO
Discreta conservazione generale, segni e difetti d'uso e d'epoca, sparse fioriture e piegature e sgualciture e strappi e strappetti e difetti vari marginali, uno strappo interessa per qualche cm. anche la parte figurata, strappo sommariamente rinforzato;
stampa meritevole di essere inserita sotto passpartout ed incorniciata.
(l'immagine allegata raffigura un particolare dell'intero foglio, eventuali ulteriori informazioni a richiesta)
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Biagio, vissuto nel IV secolo, era un medico di origine armena. Divenne vescovo della città di Sebaste dove operò numerosi miracoli. Arrestato dal preside Agricola durante la persecuzione ordinata da Licinio, fu imprigionato, lungamente picchiato e sospeso ad un legno, dove con pettini di ferro gli fu scorticata la pelle e quindi lacerate le carni. Dopo un nuovo periodo di prigionia, fu gettato in un lago, dal quale uscì salvo, quindi per ordine dello stesso giudice, subì il martirio decapitato insieme con due fanciulli e dopo l'uccisione di sette donne arrestate perché raccoglievano le gocce di sangue che scorrevano dal corpo dello stesso martire, durante il suo supplizio. E’ stato innalzato alla dignità di santo ed è invocato contro i mali di gola, perché durante la sua prigionia, guarì miracolosamente un ragazzo che aveva una lisca di pesce conficcata nella trachea. E’ Patrono di Maratea, città che ne conserva le reliquie. Secondo la tradizione, queste, insieme a quelle di san Macario, giunsero a Maratea nel 732, quando una nave proveniente da un porto orientale, si arenò a causa di una tempesta presso l'isolotto di S. Janni. Gli abitanti del Castello raggiunsero l'imbarcazione per portare soccorso e vi trovarono oltre l’equipaggio, le sacre reliquie conservate in un urna marmorea, che fu portata in cima al monte dove rimase custodita. Il 3 maggio 1941 fu fatta una ricognizione ufficiale per il riconoscimento di quanto contenuto nell’urna: il torace, una parte del cranio, un osso di un braccio e un femore del santo armeno. La venerazione di Maratea per il santo protettore accrebbe l'evento miracoloso della santa manna. in più di un’occasione, la statua e le pareti della basilica si ricoprirono, e in modo abbondante, di un liquido acquoso, di colore giallastro, raccolto dai fedeli e adoperato con estrema devozione per la cura dei malati, in quanto proprietario di poteri taumaturgici. Fu papa Pio IV, all’epoca vescovo di Cassano, che nel 1563 riconobbe il liquido come “manna celeste”. San Biagio è ricordato dalla chiesa il giorno natale, cioè il 3 febbraio, quando fu decapitato, ma a Maratea la festa patronale si celebra nella seconda domenica di maggio con un cerimoniale stabilito da un protocollo vecchio di secoli. I festeggiamenti durano otto giorni e si aprono il sabato precedente la prima domenica di maggio con la processione al Castello, detta "S.Biagio va per la terra". Il giovedì successivo, il simulacro del Santo viene portato a Maratea Inferiore, ela mattina della seconda domenica di maggio la statua, coperta col drappo rosso, torna nella sua abituale sede al Castello. (dal web)
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Visse tra il 3° e il 4° secolo a Sebaste in Armenia (Asia Minore).
Era medico e venne nominato vescovo della sua città.
A causa della sua fede venne imprigionato dai Romani; nel periodo della sua carcerazione operò diversi miracoli.
Durante il processo rifiutò di rinnegare la fede cristiana; per punizione fu straziato con pettini di ferro.
Mentre veniva portato a morire guarì un bambino che stava per soffocare a causa di una lisca di pesce.
Morì decapitato nel 316.
Il corpo di S. Biagio fu sepolto nella cattedrale di Sabaste. Una parte dei resti mortali di S. Biagio sono conservati nella Basilica di Maratea, sul monte S. Biagio.
Dalla Chiesa viene festeggiato il 3 febbraio. Durante la celebrazione liturgica in molte chiese i sacerdoti benedi- cono le gole dei fedeli accostando ad esse due candele.
S. Biagio è venerato anche dai Cristiani Ortodossi.
S, Biagio è il Santo Patrono della Diocesi di Cassano allo Ionio.
S. Biagio è il Santo Patrono delle seguenti città : Acate (RG), Acquafredda (BS), Alanno (PE), Albiano (TN), Alleghe (BL), Alonte (VI), Anguillara Sabazia (RM), Atena Lucana (SA), Avetrana (TA), Bieno (TN), Bronte (CT), Calalzo di Cadore (BL), Caronia (ME), Carosino (TA), Casale (MN), Cassano allo Jonio (CS), Castelbelforte (MN), Cavriana (MN), Ceresara (MN), Comiso (RG), Corsano (LE), Lago (TV), Maratea (PZ), Militello Rosmarino (ME), Ostuni (BR), Pietrasanta (LU), Piombino Dese (PD), Ruvo di Puglia (BA), S. Bartolomeo di Vallecalda (GE), S. Biagio di Bagnolo S. Vito (MN), S. Piero Patti (ME), Serra S. Bruno (CZ), Spezzano della Sila (CS), Suzzara (MN), Torano Castello (CS), Venaus (TO)
E' il santo protettore dei cardatori di lana, degli animali e delle attività agricole.
Viene invocato contro i dolori e le malattie della gola.(dal web)