Arte, Antica Veduta Popolare Devozionale Napoletana, Santi Thiene Avellino, Vicenza
Valore stimato —€279.3
Per informazioni su questo oggetto contattami.
S. CAIETANUS THIENAEUS
S. ANDREAS AVELLINO
...
Interessante antica edizione,
bella stampa popolare devozionale, raffigurante S. Gaetano Thiene e S. Andrea Avellino, entrambi con in mano un fiore (giglio ?),
inginocchiati in devozione davanti alla apparizione della Sacra Famiglia (Madonna con Bambino e S. Giuseppe ?),
per terra si notano alcuni simboli, (libro e ampolle ?),
sullo sfondo la veduta di una città costiera, con molte case, forse una delle città della costiera napoletana,
con anche parte del mare solcato da una barca;
in didascalia una scritta riporta che la presente incisione fu voluta dai "Sig. Sorrentini", con riferimento forse ai cittadini di Sorrento (la città sopra indicata potrebbe essere Sorrento ?), oppure il riferimento potrebbe essere ad una famiglia locale di area napoletana il cui nome è Sorrentini (?);
piccole graziose dimensioni, misura circa cm.15x8,5 (l'intero foglio, compresi i piccoli margini bianchi rifilati diseguali, quasi presso l'impronta della lastra di stampa); incisione originale all'acquaforte, ascrivibile ad artista incisore o stampatore napoletano o di area napoletana o meridionale della prima metà dell'800 (forse Apicella ?); incisione che all'epoca potrebbe essere stata stampata quale "santino" devozionale a sè stante oppure quale tavola illustrativa f.t. di una opera devozionale napoletana; stampa databile presumibilmente alla prima metà dell'800 (circa 1820-'30 ?).
DI INTERESSE ARTISTICO,
DEVOZIONALE, STORICO LOCALE, COLLEZIONISTICO, DECORATIVO
Discreta conservazione generale, segni e difetti d'uso e d'epoca, sparse fioriture e sgualciture e difetti vari marginali o così come visibili nelle immagini allegate;
stampa meritevole di essere inserita sotto passpartout ed incorniciata.
(le immagini allegate raffigurano alcuni particolari dell'intero foglio, eventuali ulteriori informazioni a richiesta)
###
dal web: wikipedia
Gaetano Thiene (Vicenza, ottobre 1480 – Napoli, 7 agosto 1547) è stato un presbitero italiano, cofondatore dell'Ordine dei Chierici Regolari Teatini; nel 1671 è stato proclamato santo da papa Clemente X ed è detto il Santo della Provvidenza.
Di origine nobiliare, nacque a Vicenza nel 1480 dal conte Gasparo e da Maria da Porto; gli fu dato il nome di Gaetano in onore di un suo zio, famoso canonico e professore all'Università di Padova, nativo di Gaeta. Perse in giovanissima età il padre, morto nel 1492, e la sua educazione venne curata dalla madre.[1]
Studiò diritto all'Università di Padova e il 17 luglio 1504 conseguì la laurea in utroque iure. Pur essendo iscritto all'albo degli avvocati, Gaetano non esercitò mai tale professione, preferendo indirizzarsi verso lo stato di religioso. Entrò infatti subito nello stato clericale ricevendo la tonsura da Pietro Dandolo, vescovo di Vicenza; il suo desiderio di divenire sacerdote era, però, contrario a quello di sua madre che, avendo già perduto due figli maschi, aveva riposto in lui le speranze di veder proseguire nel tempo la famiglia.[1]
Nel 1505, animato da grande spirito religioso, Gaetano si fece promotore dell'edificazione della chiesa di Santa Maria Maddalena a Rampazzo nella tenuta di famiglia, tuttora esistente.[1]
Nel 1507 si stabilì a Roma, dove prese dimora assieme al futuro cardinale Giovanni Battista Pallavicini, vescovo diCavaillon, presso la chiesa di San Simeone ai Coronari. Gli furono concessi poi i benefici ecclesiastici delle chiese di Santa Maria di Malo e Santa Maria di Bressanvido. Presso la Curia Romana ricoprì gli incarichi di scrittore delle lettere pontificie e protonotario apostolico ed ebbe un ruolo notevole nel riportare la pace tra la Santa Sede e la Repubblica di Venezia, dopo la guerra della Lega di Cambrai; si guadagnò la stima di papa Giulio II, che in un breve si rivolse a Gaetano come a un "figlio diletto" e "nostro famigliare".[2]
A Roma, Gaetano si iscrisse all'Oratorio del Divino Amore e partecipò attivamente alle riunioni che si tenevano nellachiesa di Santa Dorotea presso l'Ospedale di san Giacomo degli Incurabili. Ottenuta una particolare dispensa da papa Leone X, tra il 27 e il 29 settembre 1516 ricevette gli ordini minori e il diaconato; mentre il 30 settembre successivo, in occasione della festa di san Girolamo (patrono del suo casato), venne ordinato sacerdote da Francesco Bertoli, vescovo di Milopotamo, nella cappella privata del presule. Gaetano celebrò la sua prima messa solo nell'Epifania del1517.[2]
Fece ritorno nella sua nativa Vicenza nel 1519; entrò nella compagnia dei Santi Clemente e Girolamo e ristrutturò l'ospedale della Misericordia; trasferitosi a Verona, si aggregò alla compagnia del Santissimo Corpo di Cristo e fondò un nuovo ospedale degli incurabili.[3]
Tornò a Roma nel 1527; assieme a Gian Pietro Carafa (futuro papa Paolo IV), Bonifacio de' Colli e Paolo Consiglieri, suoi compagni all'Oratorio del Divino Amore, decise di formare una nuova fraternità di sacerdoti con il fine di riformare il clero e di restaurare e applicare una regola primitiva di vita apostolica; papa Clemente VII, con il breve Exponi nobis(24 giugno 1524) permise loro di prendere i voti e condurre vita fraterna in comunità e il 14 settembre successivo, nella basilica di San Pietro, Gaetano e i suoi compagni fecero la loro professione nelle mani del vescovo di CasertaGiovan Battista Boncianni, delegato papale.[4]
Pur non essendo questo il loro proposito, Gaetano e i compagni andarono a costituire un nuovo ordine religioso, il primo degli ordini di chierici regolari sorti durante il periodo della Controriforma; essendo Gian Pietro Carafa vescovo di Chieti (in latino Theate), i membri dell'ordine vennero detti teatini.[4]
Gaetano e i suoi ormai dodici compagni subirono la prigionia durante il sacco di Roma del 1527 nella Torre dell'Orologio in Vaticano da dove riuscirono provvidenzialmente a fuggire per Venezia, stabilendosi presso la chiesa di San Nicola dei Tolentini; il 14 settembre 1527 Gaetano venne eletto preposito generale dell'ordine.[3]
Nel 1533, insieme a Giovanni Marinoni, si recò a Napoli per fondarvi una casa dell'ordine; il viceré Pedro de Toledo, nel 1538, concesse loro la basilica di San Paolo Maggiore. A Napoli Gaetano curò la formazione dei sacerdoti impegnati nel locale ospedale degl'Incurabili; fu correttore della compagnia dei Bianchi; diresse il monastero delle domenicane della Sapienza (fondato da Maria Carafa, sorella di Gian Pietro); guidò Maria Lorenza Longo nella fondazione delle monacheCappuccine; contrastò la diffusione delle dottrine eterodosse introdotte in città da Bernardino Ochino, Pier Martire Vermigli e Juan de Valdés.[5]
Tra il 1540 e il 1543 fu preposito della comunità teatina di Venezia, poi tornò a Napoli, dove si spense nel 1547.[5]
Le procedure canoniche per la beatificazione di Gaetano Thiene vennero avviate agli inizi del XVII secolo e si conclusero ad opera di papa Urbano VIII, che lo elevò all'onore degli altari l'8 ottobre 1629.[6]
Venne proclamato santo, con decreto del 12 novembre 1670, da papa Clemente X il 12 aprile 1671.[6] Nella stessa cerimonia vennero proclamati santi anche Rosa da Lima, Luigi Bertrando, Francesco Borgia e Filippo Benizi.
La sua memoria liturgica è fissata al 7 agosto e nel 1673 la sua festa venne estesa alla Chiesa universale.[6]
È invocato come il "Santo della Provvidenza". In occasione del IV centenario della sua nascita papa Pio XIIsintetizzò la sua spiritualità definendolo «...acceso apostolo del divino Amore e campione insigne dell'umana carità».[5]
È patrono e titolare delle congregazioni delle Povere Figlie di San Gaetano,[7] delle Suore della Provvidenza di San Gaetano Thiene[8] e della Pia Società di San Gaetano.[9]
Non si sono conservati ritratti contemporanei che abbiano tramandato in modo almeno approssimativo la sua fisionomia; ci è rimasta una sommaria descrizione fatta da Erasmo Danese che di lui dice «statura mediocre ... viso tondo, bell'occhi, bocca piena di soavità».[10]
Il santo è solitamente raffigurato con il bambino Gesù tra le braccia o nell'atto di riceverlo dalle mani della Madonna. Gli artisti si sono solitamente ispirati ad un episodio narrato da Gaetano in una lettera indirizzata a Laura Mignani, religiosa agostiniana del monastero di Santa Croce a Brescia:[11] in essa Gaetano racconta che durante il periodo natalizio del 1517, presso l'altare del Presepe nella basilica romana di Santa Maria Maggiore, venne rapito in estasi ed assistette al miracoloso parto della Vergine.[2]
###
Sant'Andrea Avellino, al secolo Lancellotto Avellino (Castronuovo di Sant'Andrea, 1521 – Napoli, 10 novembre1608), è stato un presbitero e religioso italiano dell'Ordine dei Chierici Regolari Teatini: è stato proclamato santo nel1712 da papa Clemente XI.
Operò con san Carlo Borromeo a Milano e dintorni.
A Castronuovo, suo paese natale, sono ancora visibili le tracce del santo: oltre alla casa natale c'è un ulivo legato alla sua figura.
Nacque a Castronuovo nel 1521, da Giovanni Avellino e da Margherita Appella. Venne battezzato con il nome diLancellotto, primo di due fratelli. Ricevette la prima educazione dallo zio don Cesare Appella, che era arciprete del paese. Nel 1532 si trasferì a Senise, paese distante pochi chilometri, dove studiò lettere classiche, matematica e musica per quattro anni. Il 17 agosto 1537 il vescovo di Anglona, Pietro Paolo Parisio lo consacrò suddiacono. Per quattro anni aiutò lo zio arciprete nell'opera di catechesi della parrocchia. Venne ordinato presbitero fra il 1545 e il1546. L'anno seguente si iscrive all'Università di Napoli per conseguire la laurea in utroque iure.
Nel 1548 fece la conoscenza del gesuita spagnolo padre Diego Laínez, e la frequentazione degli esercizi spiritualitenuti da uno dei maggiori collaboratori di Ignazio di Loyola provocarono un profondo cambiamento nel modo di pensare di Lancellotto che lo indicherà come il momento della sua vera conversione. Da questo momento decide di continuare gli studi giuridici, ma di rinunciare alla laurea; dominare e contrastare i moti istintivi della propria volontà; progredire ogni giorno di più nella via della perfezione; dedicarsi totalmente a Dio abbracciando lo stato religioso della famiglia teatina. Gaetano di Thiene, aveva fondato nel 1533 una comunità di questo ordine riformatore a Napoli, presso la grande basilica di San Paolo Maggiore.
Terminati gli studi, come deciso, rinunciò al conseguimento della laurea abbandonando disegni e aspirazioni di grandezza. In attesa di essere accolto tra i teatini, operò presso la Curia Arcivescovile di Napoli come avvocato. Durante questo periodo ebbe modo di difendere un sacerdote in tribunale: la causa fu vinta ma solo con l'uso della menzogna. Questo fatto marcò profondamente Lancellotto che decise di lasciare tutto ciò che poteva ostacolare il suo servizio a Dio. Tornò al paese ed elargì, a favore del fratello, la parte di eredità che gli spettava. Di lì a poco venne richiamato a Napoli dal vicario generale Scipione Rebiba.
Nel 1551 venne incaricato di riformare i costumi del monastero di Sant'Arcangelo a Baiano. In quel tempo vi era l'usanza nelle famiglie nobili di mettere in convento le figlie che non avevano trovato un matrimonio conveniente. Questa usanza creava nei monasteri una situazione di degrado e di poca coerenza con la vera vita monastica. Don Lancellotto si dedicò con tutte le sue forze alla riforma di questa comunità con l'introduzione di una più disciplinata e attenta conduzione della vita della monache. Questo gli causò risentimenti e critiche che sfociarono in un tentativo di omicidio.
Il 14 agosto 1556 entrò come postulante presso i teatini di San Paolo a Napoli. Il 30 novembre dello stesso anno vestì l'abito di novizio, prendendo il nuovo nome di Andrea. Il 25 gennaio 1558 prese i voti. L'anno seguente venne ricevuto a Roma da papa Paolo IV cofondatore assieme a san Gaetano da Thiene dell'Ordine dei Chierici Regolari Teatini. Nel 1560 venne nominato maestro dei novizi, carica che ricoprì per 10 anni. Fu molto apprezzato come confessore.
Nel 1567 padre don Andrea Avellino venne nominato preposito di San Paolo Maggiore a Napoli. Ruolo che ricoprì a più riprese nei successivi dieci anni. Fu visitatore della Provincia lombarda dei teatini tra il 1573 e il 1577 e della Provincia campana dal 1590 al 1591.
Le sue regole per svolgere al meglio la sua attività di superiore erano:
- agire secondo il detto della sapienza, con fermezza e con dolcezza;
- imitare il Signore che prima insegnò con l'esempio e poi con la parola;
- tenere presente il monito di San Bernardo ai prepositi vedano tutto, dissimulino molto, correggano poco;
- valutare la buona volontà dei confratelli, apprezzare il loro operato e farlo conoscere, perché sia di esempio e di sprone agli altri.
Nel maggio del 1585 il santo si operò come mediatore e mise a disposizione dei bisognosi le risorse del suo ordine, dopo i tumulti scoppiati a Napoli a seguito dell'uccisione dell'eletto del popolo Giovan Vincenzo Starace da parte della folla inferocita. Starace era ritenuto il responsabile della carestia che la città stava subendo.
Molto benefica e proficua fu la sua attività come superiore dell'ordine che visse in quel periodo un intenso sviluppo nelle province di Napoli, Milano e Roma. Intensa fu la sua attività epistolare che conta oltre mille lettere. Scrisse numerosi trattati e opuscoli di ascetica e di esegesi biblica. L'epistolario fu pubblicato nel 1731 in due volumi. Da questi scritti si constata la sua grande devozione per la Madonna. Le sue principali fonti di ispirazione erano, Sant'Agostino, San Giovanni Crisostomo,San Bernardo e San Tommaso. Tra i suoi discepoli, il più famoso è padre Lorenzo Scupoli, teatino autore del Combattimento spirituale.
Morì il 10 novembre 1608 a Napoli.
Il processo di beatificazione ebbe inizio nel dicembre del 1614, fu beatificato da Urbano VIII il 14 ottobre 1624 e proclamato santo da Clemente XI il 22 maggio 1712. È sepolto nella basilica di San Paolo Maggiore a Napoli. La Chiesa cattolica lo festeggia il 10 novembre, suo dies natalis ovvero il giorno della sua morte che la Chiesa considera la sua "nascita al Cielo". È invocato dai fedeli contro la morte improvvisa. Sant'Andrea Avellino è il protettore dei paesi di Monasterace, in provincia di Reggio Calabria e di Badolato in provincia di Catanzaro, entrambi sulla costa jonica della Calabria.