Milano, S Carlo Borromeo, Inusuale Antica Incisione, Napoli, Dangelo, Scafa, Rarita

Valore stimato —209.3

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S. CARLO BORROMEO

VESCOVO E CONFESSORE


 

Interessante antica edizione,

suggestiva e inusuale iconografia relativa al noto Santo Carlo Borromeo, già cardinale milanese nel XVI secolo,

con la figura del Santo davanti al Crocifisso,

il tutto in una ricca ed artistica corona floreale sorretta da graziosi angioletti;

 

belle dimensioni, misura circa cm.42x29,5 (l'intero foglio, compresi i margini bianchi diseguali), circa cm.27x20 la parte incisa misurata all'impronta della lastra di stampa; stampa originale all'acquaforte, eseguita dall'artista incisore (napoletano ?) D'ANGELO, ed impressa a cura dello stampatore Francesco Scafa (Napoli); databile presumibilmente alla metà dell'800.


 

DI INTERESSE ARTISTICO, DEVOZIONALE, STORICO-LOCALE, COLLEZIONISTICO, DECORATIVO 

Discreta conservazione generale, segni e difetti d'uso e d'epoca, sparse fioriture e difetti vari marginali e così come visibili nelle immagini allegate;

stampa meritevole di essere inserita sotto passpartout ed  incorniciata.

(le immagini allegate raffigurano alcuni particolari dell'intero foglio, eventuali ulteriori informazioni a richiesta)

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Nato ad Arona nel 1538, Carlo Borromeo fu destinato fin da fanciullo alla carriera ecclesiastica.
Nel 1559 si laureò a Pavia 
in utroque jure, vale a dire in diritto civile e canonico. Nello stesso anno, Gian Angelo Medici, suo zio materno, fu eletto papa con il nome di Pio IV.
Questi chiamò Carlo, allora ventiduenne, a Roma, nominandolo cardinale e arcivescovo della Diocesi di Milano, che comprendeva anche il territorio del Canton Ticino.
A Roma egli si occupò dell’amministrazione civile dello Stato pontificio e, ricoprendo l’alta carica di Segretario di Stato, prese parte all’ultima sessione del Concilio di Trento (1562-1563).
In questa occasione assunse una rigida posizione antiprotestante, partecipando alla preparazione delle conclusioni del concilio per il rispetto dei dogmi della religione cattolica e per il risanamento morale e disciplinare del clero.
Nel 1565, dopo la scomparsa di Pio IV, iniziò la sua attività pastorale a Milano, dove resse le sorti della diocesi per vent' anni fino alla morte.
Carlo interpretò il suo ruolo alla luce del dettato tridentino, imponendone i severi principi moralizzatori e lottando strenuamente contro le eresie. Con rigore ferreo operò per riorganizzare la struttura ecclesiastica e clericale del milanese, avvalendosi dell’opera, tra gli altri, dei gesuiti. Ad essi affidò la gestione dei seminari e dei collegi fondati per educare una nuova classe dirigente laica ed ecclesiastica, affinché si facesse portatrice dello spirito controriformista. A questo scopo diede vita al seminario maggiore e a quello elvetico di Milano, al collegio di Brera e al collegio Borromeo di Pavia.
Con impressionante determinazione e metodicità egli visitò tutte le parrocchie della diocesi,  impartendo ovunque disposizioni perché l’attività religiosa riprendesse vigore e rispettasse le regole stabilite dal Concilio.
Si adoperò anche per la nascita di innumerevoli istituzioni caritative.
Carlo Borromeo, personalità di eccezionale rigore morale e di uguale capacità organizzativa, fu il massimo interprete dello spirito della Controriforma, caratterizzato dalla chiusura dogmatica ma anche dal fervore ideale e caritatevole.
Morì a Milano nel 1584 lasciando il suo patrimonio ai poveri. Fu canonizzato nel 1610.(dal web)

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