Storia Della Chiesa, Papato, Antichissimo Ritratto, Innocenzo Primo, Incisione 500

Valore stimato —139.3

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INNOCENTIO I


ALBANUS

 

Interessante antica edizione,

stampa raffigurante il ritratto del noto pontefice;



misura circa cm.16x13 (la sola parte figurata) su foglio di circa cm.22x16; incisione originale all'acquaforte, inserita un una elegante cornice xilografica (praticamente una doppia incisione essendo state utilizzate due matrici, una in rame per il ritratto vero e proprio, e una in legno per la cornice che contorna il ritratto); in origine edita quale tavola illustrativa nel testo di una pubblicazione specialistica, probabilmente della fine del '500;

  

con anche uno stemma araldico impresso in alto a destra.

 


DI INTERESSE ARTISTICO, DEVOZIONALE, STORICO-LOCALE, COLLEZIONISTICO


Buona conservazione generale, segni e difetti d'uso o d'epoca, sparse fioriture e usuali difetti vari marginali, incisione ben impressa e ancora su foglio originario (con scritte impresse al verso);

stampa meritevole di essere inserita sotto passpartout ed incorniciata.

(l'immagine allegata raffigura un particolare dell'intero foglio, eventuali ulteriori informazioni a richiesta)

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Innocenzo I, fu Papa della Chiesa cattolica dal 21 dicembre 402 al 12 marzo 417[1]. Fu, secondo il suo biografo nel Liber Pontificalis, il figlio di un uomo chiamato Innocenzo di Albano. Secondo il suo contemporaneo Girolamo, suo padre era papa Anastasio I, cui venne chiamato a succedere per voce unanime del clero e dei laici (sarebbe nato prima dell'entrata del padre nel clero, per non dire nel papato).
Fu durante il suo papato che avvenne l'assedio di Roma da parte di Alarico e dei Visigoti (408), quando, secondo un dubbio aneddoto di Zosimo, i danni di peste e carestia erano così tremendi, e l'aiuto divino sembrava così distante, che venne concessa l'autorizzazione papale a eseguire preghiere e sacrifici alle divinità pagane. Il Papa comunque, era assente dalla città, in missione preso l'imperatore Onorio a Ravenna, all'epoca del sacco, nel 410.
Innocenzo non perse alcuna opportunità di mantenere ed estendere l'autorità della sede romana come ultimo luogo in cui appianare tutte le dispute; e le sue ancora esistenti comunicazioni con Vittrizio di Rouen, Esuperio di Tolosa, Alessandro di Antioco e altri, così come le sue azioni sull'appello presentatogli da Giovanni Crisostomo contro Teofilo di Alessandria, mostrano che tali opportunità furono numerose e varie. Innocenzo prese una posizione decisa sulla controversia Pelagiana, confermando le decisioni del sinodo della provincia dell'Africa proconsolare, tenuto a Cartagine nel 416, che gli erano state inviate. Inoltre scrisse nello stesso anno, in senso simile, ai padri del Sinodo di Mileve che, Agostino era tra questi, gli si erano rivolti.
Tra le sue lettere, una indirizzata a Girolamo, e un'altra a Giovanni, vescovo di Gerusalemme, riguradavano le noie cui il primo era stato sottoposto dai Pelagiani a Betlemme. Innocenzo morì il 12 marzo 417, e nella Chiesa cattolica viene commemorato come santo e confessore assieme a Nazario, Celso, e Vittorio, martiri, il 28 luglio. Suo successore fu Zosimo.(DAL WEB)
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